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[0] Del Vecchio della Montagna, et del palazzo fatto far per lui, et come fu preso et morto. Cap. 21.

[1] Detto di questa contrata, hora dirassi del Vecchio della Montagna. [2] Mulehet è una con|9r|trada nella qual anticamente soleva stare il Vecchio detto della Montagna, perché questo nome di Mulehet è come a dire luogo dove stanno li heretici nella lingua saracena; et da detto luogo gl’huomini si chiamano “mulehetici”, cioè “heretici della sua legge”, sí come, appresso li christiani, patarini. [3] La condition di questo Vecchio era tale, secondo che messer Marco affermò haver inteso da molte persone: ch’egli havea nome Aloadin et era machomettano, et havea fatto far in una bella valle serrata fra duoi monti altissimi un bellissimo giardino, con tutti i frutti et arbori che havea saputo ritrovare, et d’intorno a quelli diversi et varii palazzi et casamenti, adornati di lavori d’oro et di pitture et fornimenti tutti di seda. [4] Quivi per alcuni piccioli canaletti che rispondevan in diverse parti di questi palazzi si vedeva correr vino, latte et melle et acqua chiarissima, et vi havea posto ad habitar donzelle leggiadre et belle, che sapean cantar et sonar d’ogni instrumento et ballar, et sopra tutto ammaestrate a far tutte le carezze et lusinghe agl’huomini che si possin imaginar. [5] Queste donzelle, benissimo vestite d’oro et di seda, si vedevano andar sollazzando di continuo per il giardino et per i palazzi, perché quelle femine che l’attendevano stavan serrate et non si vedevano mai fuori all’aere. [6] Hor questo Vecchio havea fabricato questo palazzo per questa causa, che, havendo detto Macometto che quelli che facevano la sua volontà anderiano nel paradiso, dove troverian tutte le delicie et piaceri del mondo, et donne bellissime, con fiumi di latte et melle, lui voleva dar ad intender ch’egli fosse propheta et compagno di Macometto, et potesse far andar nel detto paradiso chi egli voleva. [7] Non poteva alcuno intrare in questo giardino, perché alla bocca della valle vi era fatto un castello fortissimo et inespugnabile, et per una strada secreta si poteva andare dentro. [8] Nella sua corte detto Vecchio teneva gioveni da 12 fino a 20 anni, che li pareva essere disposti alle armi et audaci et valenti degli habitanti in quelle montagne, et ogni giorno gli predicava di questo giardino di Macometto, et come lui poteva farli andar dentro. [9] Et quando li pareva faceva dar una bevanda a dieci o dodici de’ detti gioveni, che gli addormentava, et come mezzi morti li faceva portar in diverse camere d’i detti palazzi; et quivi, come si risvegliavano, vedevan tutte le sopradette cose, et a cadauno le donzelle eran intorno cantando, sonando et facendo tutte le carezze et sollazzi che si sapevan imaginare, dandoli cibi et vini delicatissimi, di sorte che quelli, imbriacati da tanti piaceri et dalli fiumicelli di latte et vino che vedevano, pensavano certissimamente essere in paradiso et non si haverian mai voluto partire. [10] Passati quattro o cinque giorni, di novo gli faceva addormentare et portar fuori, et quelli fatti venir alla sua presenza, gli dimandava dove eran stati, quali dicevano: «Per gratia vostra, nel paradiso», et in presenza di tutti raccontavano tutte le cose che haveano vedute, con estremo desiderio et admiratione de chi gli ascoltavano. [11] Et il Vecchio gli rispondeva: «Questo è il comandamento del nostro propheta, che chi difende il signor suo gli fa andar in paradiso, et se tu sarai obediente a me tu haverai questa gratia», et con tal parole gli havea cosí inanimati che beato si reputava colui a cui il Vecchio comandava che andasse a morire per lui. [12] Di sorte che quanti signori o vero altri che fossero inimici del detto Vecchio, con questi seguaci et assassini erano uccisi, perché niuno temeva la morte, pur che facessero il comandamento et volontà del detto Vecchio, et si esponevano ad ogni manifesto pericolo disprezzando la vita presente: et per questa causa era temuto in tutti quei paesi come un tiranno, et havea constituito duoi suoi vicarii, uno alle parti di Damasco, l’altro in Curdistana, che osservavano il medemo ordine con li gioveni che gli mandava; et per grande huomo che si fosse, essendo inimico del detto Vecchio, non poteva campare che non fosse ucciso. [13] Era detto Vecchio sottoposto alla signoria di Ulaú, fratello del Gran Can, qual, havendo inteso delle sceleratezze di costui (perché oltra le cose sopradette faceva rubbar tutti quelli che passavan per il suo paese), nel 1262 mandò un suo essercito ad assediarlo nel castello, dove stette anni tre che non li poteron far cosa alcuna; al fine, mancandogli le vettovaglie, fu preso et morto, et spianato il castello et il giardino del paradiso.